N. 13 del 1/9/1998



Quattro giornalisti e la verità
di P. B.


Il cammino verso una disperata verità dei fatti è la più vecchia delle questioni deontologiche legate alla professione. Per dare un'idea della complessità del tema abbiamo cercato i pareri di alcuni famosi giornalisti.

Indro Montanelli, da sempre, sostiene che "la verità è un ideale, non è una realtà, ce ne sono tante di verità, non ne esiste una unica. […] Esiste, invece, la ricerca della verità e il giornalista ha il dovere di cercarla, anche se non ci riuscirà mai. […] Oggi questo non viene fatto e ai lettori non resta che lo scetticismo: la scarsa ricerca della verità è certo uno dei motivi della disaffezione verso i giornali". Ezio Mauro sostiene che oggi "l'esigenza dei lettori è una sola: avere il massimo d'informazione possibile, poiché la realtà è molto più complessa di una semplice invenzione". Per Carlo Rossella "l'etica del giornalismo consiste nel raccontare cose vere e non verosimili; bisogna raccontare, fare una corretta informazione, guai a tacere le cose che accadono. Non si dovrebbero mai manipolare i fatti e le notizie, mai adeguarli alle proprie ideologie, al proprio credo. Ma soprattutto bisogna tenere i fatti separati dalle opinioni, cosa assai difficile da farsi. Mescolarli è un grave affronto alla verità e all'etica, perché il lettore viene orientato secondo l'opinione di chi scrive. La spiegazione e l'interpretazione devono rimanere separate dal racconto dei fatti.[…] Nella realtà la verità è spesso violentata e manipolata dalle ideologie politiche o anche dalle simpatie o antipatie personali. Nessuno da questo punto di vista è innocente, ma questo non ci esenta dall'obiettivo di raccontare la verità tal qual è. L'ostacolo maggiore a un buon grado di approssimazione sono le molte mediazioni attuate dalle fonti. Bisogna evitare che a queste mediazioni naturali se ne aggiungano altre che possono nascere dalla militanza, dalla trascuratezza, dalla malafede o dalla pigrizia dei giornalisti". Quanto alla verifica delle fonti, secondo Giulio Borelli: "è molto problematica, viene messa a dura prova dal giornalismo delle chiacchiere, perché rispetto al giornalismo d'inchiesta che fa ricerca, va alle fonti, approfondisce, prevale il giornalismo delle affermazioni contrapposte, basato solo sulle interviste, sulle repliche".


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